Un giardino fruibile, sostenibile e didattico
Oltre a essere un luogo di sperimentazione professionale, alla ricerca di nuove piante da utilizzare nei futuri progetti, sarà un giardino didattico rivolto principalmente a bambini e sarà accessibile e fruibile a persone che utilizzano la carrozzina
uesto progetto cambierà radicalmente il mio modo di vivere e di lavorare. È un progetto ambizioso e non sarà solo un giardino privato, ma sarà anche un luogo dove poter far cultura del verde e che spero si integrerà con la comunità. Ci saranno molte situazioni diverse, ma perché io stesso amo fare diverse cose, e desidero che diventi un luogo dinamico, dove chiunque ami la natura sia il benvenuto.
Questa è la registrazione del webinar che avevo tenuto (insieme a Manuel Cover e Noemi Mercurelli) per solo professionisti. La presentazione dura mezz’ora e un’altra mezz’oretta di domande.
Il giardino
Il giardino
Dove si trova Google Maps
Dove si trova e il contesto
Il terreno si trova in un piccolo paese della provincia di Varese, Travedona Monate, tra il lago di Varese e il lago Maggiore. Nonostante sia un comune perlopiù sconosciuto alle persone, ha una storia lontanissima: sono stati rinvenuti insediamenti palafitticoli all’interno del lago di Monate, in particolare tre stazioni preistoriche datate 2.500 a.C. Nella frazione Faraona, invece, si trova una fornace da calce attiva nel periodo romano.
Ora il paese è conosciuto nel territorio per le fiere che si tengono annualmente, per il lago, che è l’unico completamente balneabile della zona, e per le pesche di Monate (un antico ceppo unico rinvenuto di quest’area).
Il canale presente in una parte del campo vicino e che prima arrivava nel mio terreno e proseguiva nel bosco adiacente
Quest’area del varesotto è caratterizzata da una buona presenza di precipitazioni, cosa fondamentale da sapere per il futuro consumo idrico delle piante. Inoltre, è caratterizzata da prati umidi, suolo leggermente acido, dove in alcuni punti si formano aree sommerse da acqua.
In particolare, il mio pezzo di terra si posiziona tra un bosco e dei campi utilizzati per il foraggio. Le dimensioni sono di 3530 mq con un terreno particolarmente ricco di sostanze nutritive. Questo particolare, che apparentemente potrebbe essere un vantaggio, non lo è per una questione di competitività delle piante. In tutti questi mesi, oltre ad andare nel sito per vari accertamenti, mi ero preso delle ore per camminare nelle zone limitrofe per studiare cosa cresceva nella zona.
Il terreno, come è ora, è diviso visivamente in due da un salice e un paio di querce, dove una volta si trovava un canale per far defluire le acque. L’appezzamento di terra ha una leggera pendenza sia da nord sia da sud verso l’ex canale, con una parte a ovest depressa dove, a seguito di forti piogge, si allaga.
L’idea
Come detto all’inizio, sarà un giardino privato, ma anche luogo dove fare didattica, soprattutto per bambini. Sarebbe interessante ospitare piccoli eventi, esposizioni di opere d’arte e attività collaterali, come la produzione di miele. Il tutto fruibile a persone in carrozzina. Ho pensato alla duplicità di utilizzo degli usi di alcuni spazi (multifunzionalità), che illustrerò in seguito. Insomma, le idee ci sono, l’unico vincolo sarà determinato dalla burocrazia!
Data la sua posizione estremamente naturale e con pochi edifici visibili da esso, per il giardino ho pensato a uno stile che si armonizzasse al contesto. Ma in che maniera? Idea di base è che la natura entri nel progetto e si fonda con il giardino costruito.
Visto che non è un giardino con annessa una casa o un punto di riferimento, ho creato il disegno seguendo l’asse nord-sud del giardino. Dopodiché ho fatto una divisione in tre rettangoli aurei per determinare le zone e avere delle proporzioni: nel primo il bosco, nel centro esatto del secondo il biolago, il terzo inizia a fine area living e comprenderà il giardino ombroso e l’orto.
Visto che non è possibile creare strutture perché è un terreno agricolo, ho deciso di creare un forte disegno dato dai sentieri. La forma alla quale mi sono ispirato è il DNA. L’idea è quella di cercare una immagine metaforica che spiegasse l’idea della fusione tra artefatto e natura.
A sinistra, due linee gialle simulano i due filoni di DNA. A destra, la foto della cellula umana fotografata grazie allo studio dell’Università di Harvard.
Pensando ai sentieri di campagna che caratterizzano la zona, ho pensato di usare due filoni di DNA. Il DNA perchè è alla base della vita come generatore di novità, come quando due specie di piante si incrociano tra di loro e generano qualcosa di nuovo. Così, i due filoni rappresentano l’artefatto e la natura che danno vita, fondendosi, a questo progetto. A ogni intersezione, invece, è presente un cerchio con una precisa funzione.
Vista l’idea di far entrare la natura nel progetto, l’immagine riportata qui sotto mi è stata utile per chiarire cosa potevo fare e mi è servita di ispirazione. Creerò un giardino diviso a zone, ma non sarà un giardino a stanze, come andava di moda soprattutto nel passato, infatti, vi saranno zone di transizione per passare da un ambiente a un altro, come, ad esempio, tra bosco e campo fiorito ci sarà una zona di arbusti.
Fonte: Creating a Forest Garden Martin, Crawford, 2018, Green Books
Le zone del giardino
Mi ero posto una domanda sullo stile del giardino, lo volevo naturale o naturale con struttura sempreverde? Mi ero poi risposto e penso che uno stile naturale sia più adatto per rispettare il genius loci del paesaggio, quindi no sicuramente a un giardino lussuoso, ma un progetto che si integri al luogo e alla morfologia del terreno.
La scelta di non utilizzare piante sempreverdi, per la struttura del giardino, è dovuta soprattutto perché la larghezza è molto ridotta (27 a 24 m) e visivamente l’esterno è molto presente quando si cammina all’interno del terreno.
Nella prima immagine, studio dello zoning, collegamenti e viste del futuro giardino. Nella seconda, scendo nel dettaglio delle aree.
Il bosco
Immaginandoci di entrare dal cancello, ci troviamo immersi in un’atmosfera di bosco, dove troviamo anche i posti auto nascosti da un tappeto di Viola odorata. Ed ecco subito una zona polifunzionale e dove un luogo come il parcheggio, che è tendenzialmente poco interessante, si fonde con lo spazio circostante. Al perimetro, una siepe mista di arbusti autoctoni, scelti soprattutto per interesse autunnale e produzione di bacche.
Fonte: www.pbctoday.co.uk
Dal lato opposto del parcheggio, un sentiero stretto di terra battuta, tipico dei boschi, con Ruscus, ellebori, felci, Primula, Galanthus, Erythronium dens-canis ecc. Vi saranno tante piante autoctone e, almeno per la prima metà del giardino, rappresenteranno il 90% delle specie.
La scelta di una buona presenza di specie endemiche è dovuta solo dopo un attento studio e mi serviranno come connessione con il paesaggio circostante. Tutto questo in un’ottica sia di cambiamento climatico (negli ultimi 60 anni la temperatura nella zona è cresciuta di quasi 3°), sia di aumento della biodiversità.
Schizzo preliminare a mano su alcuni fogli da lucido della zona del bosco
Campo fiorito e labirinto di graminacee
Continuando a camminare troviamo una rotonda dove far girare le auto comodamente, seminata con un mix di prato per ripristini ambientali. In questa zona, il bosco “scende” di altezza, in arbusti di media altezza, per poi arrivare al campo fiorito e dove, forse in seguito, inserirò delle bulbose come i Crocus. Il primo anno (maggio 2022), questa parte sarà piena di papaveri, che lasceranno il posto alle erbacee perenni negli anni successivi.
Dal terzo anno di semina, creerò un sentiero di erba tagliata tra il percorso principale e il piccolo labirinto di graminacee (un elemento di gioco che incuriosirà i bambini). Con un gioco prospettico, creerò l’illusione di una lunghezza visiva maggiore (vista la poca larghezza del terreno). L’inizio, infatti, misurerà due metri e si restringerà ad uno in concomitanza del labirinto. L’altro sentiero, opposto, verrà realizzato con il solo sfalcio del prato. Qui vorrei creare, ai due lati del labirinto, due zone di piante spontanee edibili.
Biolago
Nel centro esatto del lotto di terra troviamo un piccolo biolago balneabile di circa 50mq. La sagoma è quella del lago di Monate, inserita rispettando i punti cardinali di quella originale. La forma è perfetta per inserire una zona di fitodepurazione, quest’ultima fatta esclusivamente da piante (verranno comunque previsti degli allacciamenti a future pompe e skimmer).
Piante ossigenanti e ombreggianti contribuiranno a mantenere l’acqua in uno stato ottimale. Sempre qui troviamo un’area relax alla quale si potrà accedere comodamente attraverso una passerella in legno. Per far ombra e ancorare il biolago al luogo utilizzerò un arbusto alto, l’Amelanchier lamarckii.
Prateria e giardino estivo
Camminando arriviamo alla zona di transizione tra prato fiorito-biolago e giardino estivo, con una prateria di circa 200mq con richiami di specie presenti nel campo e il giardino successivo. Ad esempio, il Dianthus carthusianorum sarà presente in tutta la zona assolata del giardino, avremo graminacee che faranno da connessione tra questi due ambienti (e al paesaggio), oppure, visto che nel giardino estivo sarà presente l’Echinacea purpurea, nella prateria sarà presente l’Echinacea pallida, la sua cugina dall’aspetto più “naturale” e meno compatto. La parte interessante sarà sicuramente vedere come si evolverà la zona e come si muoveranno le piante nello spazio.
Fonte: Sowing beauty – Designing flowering meadows from seed, James Hitchmough, 2017, Timber Press
La zona progettata da Piet Oudolf del Maximilian Park in Hamm
Al centro il giardino estivo o, meglio, vorrei creare un giardino che abbia un secco attraente durante l’inverno. Le protagoniste saranno erbacee che mantengono un secco interessante, con capolini fiorali, infiorescenze e fogliame essiccato.
Ci saranno anche arbusti ornamentali, come il Caryopteris × clandonensis (ha un secco affascinante durante la stagione fredda), e da bacca, come la Rosa canina (anche come connessione con il paesaggio circostante). Inserirò la Lagerstroemia, a ceppaia, dai rami scultorei.
Rain garden e l’area living
Ai lati del giardino estivo troviamo a est l’area living e a ovest il rain garden. L’area living avrà un tavolo da dieci persone dove fare corsi (magari un giorno sostituito da una serra). Ci saranno sedute con vasche d’acqua con braciere in corten (per le grigliate con gli amici oppure mangiare di sera i marshmallow arrostiti sul fuoco). Proseguendo, una zona a campo fiorito con funzione di area jolly, questa potrebbe servirmi se mai un giorno servisse ampliare la zona living oppure quella produttiva.
A ovest, dal lato opposto, creerò un rain garden perchè in questa zona, dopo forti piogge, il terreno si allaga e prosegue nel bosco adiacente. Non voglio alterare il più possibile la struttura del suolo, quindi dovrò studiare delle piante che, oltre a resistere per periodi con acqua stagnante, resistano al ghiaccio. Sicuramente sarà una bella sfida!
Una zona del campo vicino allagata e ghiacciata durante l’inverno. Una cosa simile accade nel mio terreno anche se in maniera più contenuta.
L’orto
Che giardino sarebbe senza un orto? Sarà una zona piccola (abito a più di 50 minuti di macchina dal terreno) e dal disegno geometrico con una pergola. Infatti, per il progetto ho utilizzato linee morbide per i sentieri, che creeranno le aiuole, e linee ortogonali per il costruito, aree pavimentate e l’arredo, proprio per dare un contrasto. All’inizio qui vorrei produrre alcune erbacee per il giardino, creando così un piccolo vivaio personale, che poi riconvertirò in orto.
Un disegno dell’orto con una vista dalla pergola. Le aiuole geometriche saranno contenute in cassoni di legno. In fondo, una parete vegetale di faggio con al centro un quadro in corten.
L’ultima parte: il giardino ombroso
Il giardino inizia dando al visitatore un senso di naturalezza, con il bosco e il campo fiorito, poi comincia ad assumere qualche accenno a giardino, con la parte estiva, e finisce con un giardino più strutturato. Ho pensato a lungo a questa zona e a quale tipo di giardino volevo creare e, per me, il giardino più bello e interessante è quello ombroso.
Ho deciso questo anche perché sul lato a nord c’è il bosco e volevo comunque creare continuità con alberi alti, anche se in questo caso saranno ornamentali e non autoctoni come nella parte di bosco a sud (fatta eccezione per un Prunus padus).
Uno schizzo iniziale del giardino d’ombra dove ho segnato le matrici del planting e i percorsi
In questa parte, troviamo un sentiero di forma circolare, nascosto come se fosse un giardino segreto. La metà a ovest sarà dedicata a un interesse tipicamente invernale, utilizzando ad esempio Betula utilis subsp. jacquemontii ‘Grayswood Ghost’, Acer × conspicuum ‘Phoenix’, Rubus cockburnianus ‘Goldenvale’ o R. biflorus.
Da notare una cosa: nella zona sono presenti betulleti e crescono rovi allo stato spontaneo, qui ho scelto alcune piante dello stesso genere, ma avvalendomi di cultivar particolari da giardino, sempre per non discostarmi completamente dal contesto.
Un laghetto verrà realizzato per attrarre il più possibile le zanzare sullo specchio d’acqua, visto che amano le zone umide e ombrose, ma servirà anche per attirare rane, libellule, gerridi ecc per combatterle.
Il video mostra come penso si evolverà il giardino da inizio lavori a 15 anni di distanza
Sempre per dare un senso di naturalezza seguirò alcuni passi: saranno presenti in tutto il terreno piante appartenenti alla famiglia delle Apiaceae, il layout è studiato su 3 o 4 layer in base agli ambienti, arbusti a ceppaia (o policormici) e il planting sarà realizzato seguendo il principio di community plant.
Mi piacerebbe seguire una scala di colori studiata: le zone assolate con fiori caldi e zone ombrose con fiori dai toni freddi, così che risaltino, anche se in generale preferisco questi ultimi.
Fonte: Planting in a post-wild world, Thomas Rainer, Claudia West, 2015, Timber Press
Infine, sarà un giardino che crescerà con me. Fatta eccezione per gli alberi che prenderò già molto alti, al resto darò modo di crescere e capire come si svilupperà. Ho creato un piano di realizzazione a step in base al mio tempo “libero” e, in seguito, stenderò un piano di manutenzione (con i passaggi di manutenzione). Tutto questo per risparmiare tempo ed essere efficace. Sarà un giardino a bassa manutenzione e basso consumo idrico, infatti, dopo il primo anno di impianto, le piante non verranno più irrigate.
I disegni sono: il primo schizzo del giardino dove c’era già il biolago, una pergola e il labirinto di graminacee. Poi il disegno si è evoluto e riportato in Cad. Il resto sono i dettagli del biolago, il disegno dell’orto nella sua fase iniziale e la pergola.